Living lifestyle review
Incontro con Licio Passon, pittore iperrealista friulano.
Una tecnica apprezzata soprattutto all’estero, da capire, nella meticolosità del lavoro lungo, accurato, molto impegnativo.
Licio Passon, classe 1965, vive e lavora in Friuli, la sua terra d’origine e proprio nella casa dove è cresciuto ha sistemato il suo studio, lontano dalla confusione, nel sotto tetto un tempo adibito a granaio. Qui, dopo un recente restauro, grazie ad un lucernaio e ad un sistema di neon a luce calda e fredda regolabile, riesce a lavorare con una luce naturale che nel piovoso Friuli altrimenti sarebbe cosa molto rara. Dopo un percorso di studi diverso da quello artistico e un lavoro nel campo tecnico, da qualche anno ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla pittura.
Lavora ogni giorno ai suoi quadri, ormai a tempo pieno, libero di dedicarsi alla sua passione, senza rendersi conto del tempo che scorre, arrivando a sera senza accorgersene. Il suo studio, perfettamente ordinato e pulito, è molto accogliente: i quadri sono sistemati tutto intorno alle pareti, appoggiati a terra e il visitatore viene attratto dai colori, così come dalla piacevole luce (pur artificiale) che pervade l’ambiente.
Le sue opere sono classificabili come iperrealiste: i ritratti, le nature morte, ma soprattutto le vedute di Venezia, sono talmente dettagliate che a colpo d’occhio possono essere scambiate per fotografie. Tuttavia, osservandole da vicino, si può intuire il lavoro meticoloso, di grandissima precisione e pazienza, che ogni opera richiede.
Il suo modo di dipingere, così preciso e particolareggiato, rischia di non essere capito fino a quando non ci si trova davanti ad un suo quadro, specie se di grandi dimensioni.
Non basta vedere le immagini tratte dai suoi dipinti: sembrano anch’essi delle fotografie. Ma di fronte ad una sua opera la tentazione è quella di allungare una mano a sentire con il tatto le superfici, tanto sembrano reali. E la materia lui la rende davvero: il colore, passato più e più volte sulla tavola, di velatura in velatura, a volte più consistente, raggiunge in alcuni punti uno spessore che restituisce ancora meglio l’idea dell’oggetto ritratto. Ciò che più stupisce è l’effetto dell’acqua dei canali di Venezia: Licio Passon riporta perfettamente ogni più piccolo riflesso, ogni ombra o variazione di colore e
le prospettive dei palazzi che vi si specchiano.
Come sono ricchi e fitti di particolari gli attimi rubati alla laguna, allo stesso modo sono strabilianti le più semplici nature morte: dalle zucche tagliate, dalle quali escono la polpa e i semi, vasi e bottiglie di vetro, limoni rugosi e bitorzoluti, brocche e arnesi di ferro… oggetti semplici e allo stesso tempo affascinanti, apparentemente sospesi nel tempo.
I ritratti, genere a cui si dedica con spiccata delicatezza, sono prevalentemente femminili e raffigurano soprattutto quelle persone con cui il pittore ha maggiore familiarità e confidenza. Esse appaiono ai nostri occhi immerse nei propri pensieri, mentre lo sfondo varia dalla più profonda e ricca vegetazione, al più semplice interno di casa o ad una tinta più o meno monocromatica (per esaltare maggiormente la figura), ma arricchita dall’inserimento di decorazioni a foglia d’oro. In tutti i ritratti la persona rappresentata
emerge da un’atmosfera di composta bellezza, avvolta da una luce che sembra venire dall’animo stesso del soggetto.
Ma è con le Venezie che Licio Passon ha ottenuto le maggiori soddisfazioni: qui viene resa la ruvidezza del mattone di ogni muro, viene fatta vibrare la luce che attraversa il fogliame delle piante, i riflessi dell’acqua, in una sorta di “visione profonda” della città. Sono splendidi attimi rubati, con la percezione della provvisorietà della luce che si nutre del fascino della decadenza, in cui il sole gioca con le ombre in un mutevole movimento dato dall’acqua.
Come un moderno vedutista del ‘700, Passon propone la “trascrizione” esatta e documentaria di angoli di Venezia che attraversano le pareti, sulle quali vengono posizionati, come una finestra sulla città. Ecco perché le opere di Passon vanno a ruba nelle esposizioni all’estero: è come portare a casa di estimatori stranieri un pezzo di Venezia, un’immagine irripetibile della città unica al mondo che forse non avranno mai occasione di vedere dal vivo, ma nella quale possono immergersi in qualsiasi
momento.
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